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COMUNICATO STAMPA
Incendio in una zona verde di Monte San Biagio: incuria e disinteresse le cause principali
Ieri 26 agosto si è verificato un incendio nei pressi dell'abitato di Monte San Biagio, su un crinale a ridosso di Via Madonna della Ripa (nei pressi della zona detta “la cava”). Casualmente mi sono trovata ad assistere impotente al propagarsi delle fiamme partite dal ciglio della strada, insieme ad altri cittadini accorsi prontamente sul posto mostrando alto senso civico e responsabilità. Ho così potuto constatare di persona l'insieme delle circostanze che hanno portato al propagarsi delle fiamme: disattenzione umana o forse dolo probabilmente originati da una piccola scintilla (mozzicone di sigaretta?); scarsa manutenzione del verde pubblico, che ha permesso alle fiamme partite dal livello della strada di propagarsi rapidamente verso l'alto a causa della sterpaglie secche; difficoltà dell'arrivo di personale specializzato, probabilmente dovuto alle numerose richieste concomitanti dal territorio, giunto sul posto quando ampie zone del crinale erano già state attaccate dal fuoco. L'impegno dei mezzi aerei ha evitato danni peggiori alla vicina lecceta della Costarella ma resta il danno ad uno dei pochi spazi verdi a ridosso del centro storico, da sempre attaccato dalle fiamme e sempre più a rischio di caduta massi nei mesi di pioggia.
Purtroppo l'episodio di Monte San Biagio è l'ennesimo della lunga catena di questi giorni nell'intero comprensorio, in cui si sta riscontrando un'alta percentuale di incendi che sembrerebbero quasi tutti di natura dolosa.
L’incendio boschivo, sia doloso che colposo, è un delitto contro la pubblica incolumità e, come tale, è perseguito penalmente. Non serve a molto una politica che ripara i danni ma occorre che le regioni, le province, i comuni e i parchi investano in prevenzione e manutenzione del territorio. E’ necessaria una lotta agli incendi boschivi da realizzare durante tutto l’anno, come prevede la Legge Quadro 353 del 21/11/2000, ancora oggi troppo spesso disattesa da parte delle amministrazioni comunali, che hanno invece in questa battaglia un ruolo fondamentale e insostituibile. La realizzazione dei viali parafuoco, la manutenzione della rete viaria di servizio e della sentieristica, la rimozione di sterpaglie e masse vegetali secche nel periodo pre-estivo sono tutte attività fondamentali per rendere le aree verdi meno vulnerabili al passaggio del fuoco. È urgente agire subito perché purtroppo sta restando ben poco da tutelare, visto che il nostro territorio è compromesso già per una buona parte soprattutto a causa dell’abusivismo edilizio. La zona colpita dalle fiamme si sarebbe prestata già da tempo alla realizzazione di un parco urbano fruibile da tutta la comunità e invece ci si ritrova sempre a dover fare il conto dei danni. Sono anzi proprio i comuni che dovrebbero innazitutto utilizzare appieno la facoltà di eliminare la speculazione sulla gestione delle aree bruciate realizzando e approvando il catasto della aree percorse dal fuoco. Il comune di Monte San Biagio ha un catasto aggiornato al 2010 e come associazione svolgeremo il nostro ruolo di segnalazione e controllo affinché le aree colpite dagli incendi anche recenti vengano effetivamente vincolate e si vieti qualunque speculazione legata alla pastorizia, all'edilizia, alla caccia ed all'agricoltura.
Monte San Biagio 26 agosto 2012 Per il circolo Legambiente "Serra Andresone" Monte San Biagio
La presidente Paola Marcoccia
Latina oggi - 22 agosto 2012
Chiediamo trasparenza e legalità
Il circolo Legambiente “Serra Andresone” Monte San Biagio ha presentato ricorso al Tar per impugnare la delibera di giunta numero 54 del 30-03-2012, relativa al concorso di idee per la gestione del fabbricato “vecchia idrovora”, con cui l’amministrazione comunale di Monte San Biagio ha affidato la gestione dello stabile. Il ricorso è affidato all’Avv. Guglielmo Raso.
Per il circolo la responsabile Paola Marcoccia dichiara:
Purtroppo abbiamo constatato che c’è stata più volte l’intenzione, da parte dei soggetti interessati, di travisare volutamente l'oggetto della contestazione e questo ci ha indotto a intraprendere la via giudiziaria. Abbiamo ribadito che il nostro disappunto riguarda la procedura illegittima con cui è avvenuto l’affidamento. Le nostre non sono supposizioni, perché le irregolarità sono evidenti. Nel verbale della commissione del 1 marzo 2012 si dice che, nello stesso giorno, è pervenuta una nota da parte dell’associazione risultata vincente che la commissione di valutazione ritiene migliorativa rispetto alla prima. Questa nota costituisce una nuova proposta, è pervenuta a bando scaduto e comunque nessuno ne ha messo a conoscenza in tempo utile le altre associazioni partecipanti al concorso di idee per formulare una propria ulteriore proposta. Di fatto la commissione, in seguito alla nota, ha proposto all’amministrazione comunale l’affidamento del fabbricato vecchia idrovora all’associazione Sughereta San Vito e così è accaduto. Ci saremmo aspettati che si capisse che si tratta di un problema di rispetto delle regole e di legittimità di un atto amministrativo, invece sono arrivate solo reazioni fuori luogo.
Per Legambiente Lazio la Direttrice Cristiana Avenali dice:
La nostra associazione ritiene che la legalità sia più importante di ogni altra finalità associativa e che l’azione intrapresa costituisca un atto dovuto non solo nei confronti dei propri associati ma dell’intera cittadinanza. Chiediamo trasparenza e legalità.
Monte San Biagio 09 giugno2012
Per il circolo la responsabile Paola Marcoccia dichiara:
Purtroppo abbiamo constatato che c’è stata più volte l’intenzione, da parte dei soggetti interessati, di travisare volutamente l'oggetto della contestazione e questo ci ha indotto a intraprendere la via giudiziaria. Abbiamo ribadito che il nostro disappunto riguarda la procedura illegittima con cui è avvenuto l’affidamento. Le nostre non sono supposizioni, perché le irregolarità sono evidenti. Nel verbale della commissione del 1 marzo 2012 si dice che, nello stesso giorno, è pervenuta una nota da parte dell’associazione risultata vincente che la commissione di valutazione ritiene migliorativa rispetto alla prima. Questa nota costituisce una nuova proposta, è pervenuta a bando scaduto e comunque nessuno ne ha messo a conoscenza in tempo utile le altre associazioni partecipanti al concorso di idee per formulare una propria ulteriore proposta. Di fatto la commissione, in seguito alla nota, ha proposto all’amministrazione comunale l’affidamento del fabbricato vecchia idrovora all’associazione Sughereta San Vito e così è accaduto. Ci saremmo aspettati che si capisse che si tratta di un problema di rispetto delle regole e di legittimità di un atto amministrativo, invece sono arrivate solo reazioni fuori luogo.
Per Legambiente Lazio la Direttrice Cristiana Avenali dice:
La nostra associazione ritiene che la legalità sia più importante di ogni altra finalità associativa e che l’azione intrapresa costituisca un atto dovuto non solo nei confronti dei propri associati ma dell’intera cittadinanza. Chiediamo trasparenza e legalità.
Monte San Biagio 09 giugno2012
Al Sindaco
Al Vice Sindaco
Al Responsabile del Procedimento
del Comune di Monte San Biagio
Oggetto. Concorso di idee per vecchia idrovora Villa San Vito
Il Circolo Legambiente “Serra Andresone” Monte San Biagio ha protocollato in data 17 giugno 2011 la documentazione per la partecipazione al Concorso di Idee per la gestione del fabbricato “vecchia idrovora” in via sperimentale per un anno, come da avviso pubblico del 18 maggio 2011.
Il 13 marzo 2012 si è tenuto un incontro presso il Comune di Monte San Biagio, alla presenza del Responsabile del Procedimento e del Vice Sindaco nonché Assessore alla Cultura e al Turismo. All’incontro hanno preso parte perché convocate, oltre al Circolo Legambiente, le altre associazioni partecipanti al bando: Sughereta San Vito, Pro Loco e la Cantinella. All’incontro era presente anche il Presidente del Consiglio Comunale Pascale ma non è risultato chiaro in quale veste e perché. Nel corso della riunione, è emerso che la vecchia idrovora sarebbe stata affidata all’associazione Sughereta San Vito ma la discussione non ha permesso di capire i criteri di scelta adottati.
A seguito della mia richiesta scritta del 26 marzo 2012, con cui chiedevo chiarimenti sulle modalità di affidamento e sulle motivazioni, ho ricevuto dal Responsabile del Procedimento copia di due verbali redatti dalla commissione incaricata.
Il primo verbale è del 26 giugno 2011. In esso si valutano i progetti e si esprimono i giudizi di merito, qui riportati in sintesi:
”Per l’associazione Sughereta San Vito si rileva che l’associazione richiede al comune le utenze (energia elettrica ecc.) e l’istallazione di un bagno chimico esterno. Il bilancio preventivo prevede il pareggio fra entrate ed uscite, ma i proventi annui di 40.500 euro non sono definiti nel dettaglio”;
“Per l’associazione la “Cantinella” si rileva l’impossibilità di valutare il tipo di utilizzo”;
“Per l’associazione Pro Loco si rileva che il bilancio prevede uscite annue per 46.454 euro, ma non definisce nel dettaglio, né quantifica, le entrate.”;
“Per l’associazione Legambiente “Serra Andresone” si rileva che si richiedono al comune gli allacci (energia elettrica ecc,) ma non le utenze che resterebbero a carico dei gestori; si solleva la questione dei servizi igienici. Il bilancio, con un equilibrio fra entrate ed uscite valutate in euro 10.000, si manifesta come quello economicamente più fattibile”.
La commissione decide, in quel primo verbale, di sospendere i lavori, perché prima di procedere oltre nella ricerca di un’associazione che possa gestire la struttura occorre provvedere alla risoluzione dei problemi igienici. Si dice nel verbale che “Risolto tale problema la commissione riterrebbe opportuno convocare i rappresentanti delle associazioni concorrenti per acquisire chiarimenti sui progetti presentati.”
Il secondo verbale è del 1 marzo 2012 (quindi 9 mesi dopo il primo verbale). In esso si dice che in data 1 marzo 2012 è pervenuta una nota da parte dell’associazione Sughereta San Vito, la quale nel dettagliare meglio l’offerta presentata mette in rilievo che “intende farsi carico della istallazione di un bagno chimico e dell’allaccio delle utenze (tutto a carico dell’associazione). Inoltre intende collaborare con le diverse associazioni locali sensibili e disponibili alla promozione dell’area. Intende attivare presso lo stabile una scuola di musica popolare, in sintonia con le intenzioni dell’amministrazione comunale”.
Viene da chiedersi come sia stato possibile che la suddetta associazione abbia inviato una comunicazione aggiuntiva a bando chiuso? Su sollecitazione di chi? Perché le altre associazioni non sono state avvisate della possibilità di formulare una nuova offerta? Di fatto la commissione, in seguito alla nota, ha ritenuto nel secondo verbale di proporre all’amministrazione comunale l’affidamento del fabbricato vecchia idrovora all’associazione Sughereta San Vito.
L’incontro con i rappresentanti delle associazioni, di cui si parla nel verbale del 26 giugno 2011, non c’è quindi mai stato. L’unico ed ultimo incontro risale perciò solo al 13 marzo 2012 (cioè dopo la stesura del secondo verbale), convocato come segue:
“Si invita una rappresentanza di codesta Associazione ad un incontro, presso questo Comune, per martedì 13 marzo 2012 alle ore 17,00, per discutere della gestione del fabbricato "vecchia idrovora" sito in località sorgente San Vito.”
E’ chiaro che alla data del 13 marzo 2012 era stato già redatto il verbale del 1marzo 2012, con la decisione già presa. L’incontro del 13 è servito solo a comunicare la scelta di affidare la gestione alla Sughereta San Vito e non per “discutere”. Questo modo di procedere è offensivo nei confronti delle altre associazioni e denota un modo di procedere volutamente non trasparente. La decisione è stata infatti poi confermata con la delibera di giunta del 2 aprile 2012.
Questa lettera vuole mettere in evidenza la procedura scorretta ed ambigua adottata dall’amministrazione ed avallata dalla commissione. A fronte di una proposta come la nostra, che prevedeva un bilancio dettagliato, iniziative interessanti, un organigramma di persone competenti e di esperti anche non locali che avrebbero messo a disposizione le proprie conoscenze gratuitamente, si è deciso di contraddire palesemente gli stessi criteri di valutazione indicati nel bando. E’ così che si sviliscono e si mortificano le forze positive di questo paese, come accaduto purtroppo in tante altre occasioni. E’ così che chi si presta a tali metodi favorisce il continuo declino morale della collettività.
Monte San Biagio, 23 maggio 2012 Per il Circolo Legambiente
"Serra Andresone" Monte San Biagio
La Presidente
Paola Marcoccia
Al Vice Sindaco
Al Responsabile del Procedimento
del Comune di Monte San Biagio
Oggetto. Concorso di idee per vecchia idrovora Villa San Vito
Il Circolo Legambiente “Serra Andresone” Monte San Biagio ha protocollato in data 17 giugno 2011 la documentazione per la partecipazione al Concorso di Idee per la gestione del fabbricato “vecchia idrovora” in via sperimentale per un anno, come da avviso pubblico del 18 maggio 2011.
Il 13 marzo 2012 si è tenuto un incontro presso il Comune di Monte San Biagio, alla presenza del Responsabile del Procedimento e del Vice Sindaco nonché Assessore alla Cultura e al Turismo. All’incontro hanno preso parte perché convocate, oltre al Circolo Legambiente, le altre associazioni partecipanti al bando: Sughereta San Vito, Pro Loco e la Cantinella. All’incontro era presente anche il Presidente del Consiglio Comunale Pascale ma non è risultato chiaro in quale veste e perché. Nel corso della riunione, è emerso che la vecchia idrovora sarebbe stata affidata all’associazione Sughereta San Vito ma la discussione non ha permesso di capire i criteri di scelta adottati.
A seguito della mia richiesta scritta del 26 marzo 2012, con cui chiedevo chiarimenti sulle modalità di affidamento e sulle motivazioni, ho ricevuto dal Responsabile del Procedimento copia di due verbali redatti dalla commissione incaricata.
Il primo verbale è del 26 giugno 2011. In esso si valutano i progetti e si esprimono i giudizi di merito, qui riportati in sintesi:
”Per l’associazione Sughereta San Vito si rileva che l’associazione richiede al comune le utenze (energia elettrica ecc.) e l’istallazione di un bagno chimico esterno. Il bilancio preventivo prevede il pareggio fra entrate ed uscite, ma i proventi annui di 40.500 euro non sono definiti nel dettaglio”;
“Per l’associazione la “Cantinella” si rileva l’impossibilità di valutare il tipo di utilizzo”;
“Per l’associazione Pro Loco si rileva che il bilancio prevede uscite annue per 46.454 euro, ma non definisce nel dettaglio, né quantifica, le entrate.”;
“Per l’associazione Legambiente “Serra Andresone” si rileva che si richiedono al comune gli allacci (energia elettrica ecc,) ma non le utenze che resterebbero a carico dei gestori; si solleva la questione dei servizi igienici. Il bilancio, con un equilibrio fra entrate ed uscite valutate in euro 10.000, si manifesta come quello economicamente più fattibile”.
La commissione decide, in quel primo verbale, di sospendere i lavori, perché prima di procedere oltre nella ricerca di un’associazione che possa gestire la struttura occorre provvedere alla risoluzione dei problemi igienici. Si dice nel verbale che “Risolto tale problema la commissione riterrebbe opportuno convocare i rappresentanti delle associazioni concorrenti per acquisire chiarimenti sui progetti presentati.”
Il secondo verbale è del 1 marzo 2012 (quindi 9 mesi dopo il primo verbale). In esso si dice che in data 1 marzo 2012 è pervenuta una nota da parte dell’associazione Sughereta San Vito, la quale nel dettagliare meglio l’offerta presentata mette in rilievo che “intende farsi carico della istallazione di un bagno chimico e dell’allaccio delle utenze (tutto a carico dell’associazione). Inoltre intende collaborare con le diverse associazioni locali sensibili e disponibili alla promozione dell’area. Intende attivare presso lo stabile una scuola di musica popolare, in sintonia con le intenzioni dell’amministrazione comunale”.
Viene da chiedersi come sia stato possibile che la suddetta associazione abbia inviato una comunicazione aggiuntiva a bando chiuso? Su sollecitazione di chi? Perché le altre associazioni non sono state avvisate della possibilità di formulare una nuova offerta? Di fatto la commissione, in seguito alla nota, ha ritenuto nel secondo verbale di proporre all’amministrazione comunale l’affidamento del fabbricato vecchia idrovora all’associazione Sughereta San Vito.
L’incontro con i rappresentanti delle associazioni, di cui si parla nel verbale del 26 giugno 2011, non c’è quindi mai stato. L’unico ed ultimo incontro risale perciò solo al 13 marzo 2012 (cioè dopo la stesura del secondo verbale), convocato come segue:
“Si invita una rappresentanza di codesta Associazione ad un incontro, presso questo Comune, per martedì 13 marzo 2012 alle ore 17,00, per discutere della gestione del fabbricato "vecchia idrovora" sito in località sorgente San Vito.”
E’ chiaro che alla data del 13 marzo 2012 era stato già redatto il verbale del 1marzo 2012, con la decisione già presa. L’incontro del 13 è servito solo a comunicare la scelta di affidare la gestione alla Sughereta San Vito e non per “discutere”. Questo modo di procedere è offensivo nei confronti delle altre associazioni e denota un modo di procedere volutamente non trasparente. La decisione è stata infatti poi confermata con la delibera di giunta del 2 aprile 2012.
Questa lettera vuole mettere in evidenza la procedura scorretta ed ambigua adottata dall’amministrazione ed avallata dalla commissione. A fronte di una proposta come la nostra, che prevedeva un bilancio dettagliato, iniziative interessanti, un organigramma di persone competenti e di esperti anche non locali che avrebbero messo a disposizione le proprie conoscenze gratuitamente, si è deciso di contraddire palesemente gli stessi criteri di valutazione indicati nel bando. E’ così che si sviliscono e si mortificano le forze positive di questo paese, come accaduto purtroppo in tante altre occasioni. E’ così che chi si presta a tali metodi favorisce il continuo declino morale della collettività.
Monte San Biagio, 23 maggio 2012 Per il Circolo Legambiente
"Serra Andresone" Monte San Biagio
La Presidente
Paola Marcoccia
Osservazioni al Piano Particolareggiato Esecutivo (PPE) Comparto 7 del PRG del Comune di Monte San Biagio
IL 10 MAGGIO 2012 SONO STATE PRESENTATE OSSERVAZIONI-OPPOSIZIONI AL PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL COMPARTO 7 DA PARTE DI CITTADINI, DE “IL BENE COMUNE”, DI “SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’” E DI “LEGAMBIENTE”
Ecco il comunicato stampa
Il Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune di Monte San Biagio, approvato dalla Regione Lazio nel 2005, prevede la realizzazione di una zona mista artigianale e piccola industria sui terreni che circondano il canale Fontanelle, indicati come Comparto 7. Si tratta di una parte di territorio in cui si svolgono prevalentemente attività agricole ed in cui sorgono in maggioranza aziende a carattere familiare anche di dimensione rilevante.
Il canale stesso è stato oggetto di una richiesta di declassificazione da parte dell’amministrazione, richiesta accolta solo parzialmente perché il vincolo diinedificabilità è stato ristretto da 150 a 50 metri dal corso d’acqua. Sempre nella zona, è presente una vasca di raccolta acque di proprietà del Consorzio di Bonifica.
Il Comune di Monte San Biagio ha stipulato con il Consorzio Industriale Sud Pontino una Convenzione, in cui si affida al Consorzio la gestione dell’area per un tempo indeterminato, comprese le pratiche di esproprio, in cambio delle opere di urbanizzazione e manutenzione delle stesse.
Se l’attuazione del PRG avesse come finalità il rilancio delle attività agricole della zona, compatibilmente con le sue caratteristiche ambientali, ci sarebbe da essere soddisfatti. Invece, l’esame del Piano Particolareggiato Esescutivo (PPE) del Comparto 7, pubblicato in queste settimane dall’Ufficio Urbanistica, ha allarmato sia i proprietari dei terreni, alcuni dei quali hanno realizzato negli ultimi anni importanti investimenti nelle proprie attività agricole, sia i rappresentanti della lista civica “Il bene comune” e di “Sinistra Ecologia e Libertà” Circolo intercomunale P. Impastato Fondi, M.S.Biagio, Sperlonga nonché gli attivisti del locale Circolo di Legambiente “Serra Andresone”.
Per tali ragioni, alle osservazioni-opposizioni dei proprietari dei terreni si sono aggiunte quelle dei due movimenti politici e dell’associazione ambientalista. In particolare, sotto il piano formale si sono fatte notare alcune anomalie nell’iter amministrativo del PPE: si è proceduto ad adottare il PPE con una Delibera di Giunta Comunale e non con una Deliberazione di Consiglio Comunale così come dettato dall’art. 14 della legge n. 1150 del 17 agosto 1942. Questa procedura illegittima ha escluso di fatto dalla discussione e decisione l’unico organo deputato a tale funzione, vale a dire il Consiglio Comunale.
Inoltre sotto il profilo sostanziale sono state osservate una serie di scelte tecniche non conformi ai dettati di norme vigenti.
Soprattutto a preoccupare è la presenza nel progetto esecutivo di alcuni possibili utilizzi affidati attraverso la Convenzione (della quale il Comune non aveva conservato alcuna copia) al Consorzio, che si impegna a realizzare “impianti di servizio per la cogenerazione e il teleriscaldamento, ovvero impianti di selezione e cernita dei rifiuti civili ed industriali nonché impianti di recupero di materiali riutilizzabili e per lo smaltimento di rifiuti speciali o piattaforme polifunzionali perl’inertizzazione e la termodistruzione.”
Tali attività rischierebbero di mettere in pericolo la vocazione agricola e le caratteristiche idrologiche della zona interessata, come pure la vasca del Consorzio di Bonifica.
Poiché nella zona è comparso da qualche mese un impianto di lavorazione di materiali inerti, sulla cui compatibilità ambientale si nutrono forti dubbi, le perplessità emerse dalle osservazioni sono più che giustificate, tanto più chepotenziali conflitti di interesse non tarderanno ad emergere.
Si attende ora risposta da parte dell’Ufficio Urbanistica e dell’amministrazione, perché vengano date adeguate repliche alle richieste formulate e si avvii un processo partecipato su una scelta delicata per l’intero territorio di Monte San Biagio. Inoltre, nel CdA del Consorzio Industriale siede il Commissario del Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi Federico Carnevale e ci si attende una risposta coerente con la carica commissariale che attualmente ricopre.
I proprietari interessati, i movimenti politici e le associazioni ambientaliste impegnate sono pronte a anche ad intraprendere vie legali per garantire il rispetto del diritto e della legalità.
Monte San Biagio, 15 maggio 2012
- Per la lista civica “Il bene comune”: Giuseppe Casale (consigliere comunale)
- Per “Sinistra Ecologia e Libertà” Circolo intercomunale P.Impastato Fondi, M.S.Biagio, Sperlonga: Umberto Barbato (portavoce)
- Per il Circolo Legambiente “Serra Andresone”: Paola Marcoccia (presidente)
Ecco il comunicato stampa
Il Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune di Monte San Biagio, approvato dalla Regione Lazio nel 2005, prevede la realizzazione di una zona mista artigianale e piccola industria sui terreni che circondano il canale Fontanelle, indicati come Comparto 7. Si tratta di una parte di territorio in cui si svolgono prevalentemente attività agricole ed in cui sorgono in maggioranza aziende a carattere familiare anche di dimensione rilevante.
Il canale stesso è stato oggetto di una richiesta di declassificazione da parte dell’amministrazione, richiesta accolta solo parzialmente perché il vincolo diinedificabilità è stato ristretto da 150 a 50 metri dal corso d’acqua. Sempre nella zona, è presente una vasca di raccolta acque di proprietà del Consorzio di Bonifica.
Il Comune di Monte San Biagio ha stipulato con il Consorzio Industriale Sud Pontino una Convenzione, in cui si affida al Consorzio la gestione dell’area per un tempo indeterminato, comprese le pratiche di esproprio, in cambio delle opere di urbanizzazione e manutenzione delle stesse.
Se l’attuazione del PRG avesse come finalità il rilancio delle attività agricole della zona, compatibilmente con le sue caratteristiche ambientali, ci sarebbe da essere soddisfatti. Invece, l’esame del Piano Particolareggiato Esescutivo (PPE) del Comparto 7, pubblicato in queste settimane dall’Ufficio Urbanistica, ha allarmato sia i proprietari dei terreni, alcuni dei quali hanno realizzato negli ultimi anni importanti investimenti nelle proprie attività agricole, sia i rappresentanti della lista civica “Il bene comune” e di “Sinistra Ecologia e Libertà” Circolo intercomunale P. Impastato Fondi, M.S.Biagio, Sperlonga nonché gli attivisti del locale Circolo di Legambiente “Serra Andresone”.
Per tali ragioni, alle osservazioni-opposizioni dei proprietari dei terreni si sono aggiunte quelle dei due movimenti politici e dell’associazione ambientalista. In particolare, sotto il piano formale si sono fatte notare alcune anomalie nell’iter amministrativo del PPE: si è proceduto ad adottare il PPE con una Delibera di Giunta Comunale e non con una Deliberazione di Consiglio Comunale così come dettato dall’art. 14 della legge n. 1150 del 17 agosto 1942. Questa procedura illegittima ha escluso di fatto dalla discussione e decisione l’unico organo deputato a tale funzione, vale a dire il Consiglio Comunale.
Inoltre sotto il profilo sostanziale sono state osservate una serie di scelte tecniche non conformi ai dettati di norme vigenti.
Soprattutto a preoccupare è la presenza nel progetto esecutivo di alcuni possibili utilizzi affidati attraverso la Convenzione (della quale il Comune non aveva conservato alcuna copia) al Consorzio, che si impegna a realizzare “impianti di servizio per la cogenerazione e il teleriscaldamento, ovvero impianti di selezione e cernita dei rifiuti civili ed industriali nonché impianti di recupero di materiali riutilizzabili e per lo smaltimento di rifiuti speciali o piattaforme polifunzionali perl’inertizzazione e la termodistruzione.”
Tali attività rischierebbero di mettere in pericolo la vocazione agricola e le caratteristiche idrologiche della zona interessata, come pure la vasca del Consorzio di Bonifica.
Poiché nella zona è comparso da qualche mese un impianto di lavorazione di materiali inerti, sulla cui compatibilità ambientale si nutrono forti dubbi, le perplessità emerse dalle osservazioni sono più che giustificate, tanto più chepotenziali conflitti di interesse non tarderanno ad emergere.
Si attende ora risposta da parte dell’Ufficio Urbanistica e dell’amministrazione, perché vengano date adeguate repliche alle richieste formulate e si avvii un processo partecipato su una scelta delicata per l’intero territorio di Monte San Biagio. Inoltre, nel CdA del Consorzio Industriale siede il Commissario del Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi Federico Carnevale e ci si attende una risposta coerente con la carica commissariale che attualmente ricopre.
I proprietari interessati, i movimenti politici e le associazioni ambientaliste impegnate sono pronte a anche ad intraprendere vie legali per garantire il rispetto del diritto e della legalità.
Monte San Biagio, 15 maggio 2012
- Per la lista civica “Il bene comune”: Giuseppe Casale (consigliere comunale)
- Per “Sinistra Ecologia e Libertà” Circolo intercomunale P.Impastato Fondi, M.S.Biagio, Sperlonga: Umberto Barbato (portavoce)
- Per il Circolo Legambiente “Serra Andresone”: Paola Marcoccia (presidente)
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Osservazioni “Il Bene Comune” | |
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Osservazioni “Sinistra Ecologia e Libertà” | |
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COMUNICATO STAMPA - PULIAMO IL MONDO
SUGHERETE
LATINA OGGI 30/09/2008
Vandalizzato il villaggio della legalità
Vandalizzato da vigliacchi il villaggio dellla legalità “Serafino Famà” a Borgo Sabotino.
Un'intimidazione che non fermerà la lotta e l'impegno per una cultura della legalità e della solidarietà.
Un'intimidazione gravissima, in pieno stile mafioso, che ha nelle sue intenzioni, l'arresto, con metodi violenti e vigliacchi, del percorso di legalità e impegno comune sul quale da anni Libera, Legambiente, l'Agesci e molte altre associazioni locali sono impegnate. Un impegno difficile, a volte ostacolato dalle stesse istituzioni, ma sostenuto da centinaia di cittadini, consapevoli del livello di penetrazione della cultura mafiose e dei suoi “picciotti” nel sistema economico, politico e amministrativo della provincia di Latina. Un sistema infame che costituisce il vero vincolo allo sviluppo di questo territorio e che correttamente Libera ha chiamato Quinta Mafia.
Un'intimidazione che obbliga tutti, associazioni, cittadini, politici, forze economiche, ad organizzare risposte serie e radicali, a partire da una consapevolezza che deve diventare patrimonio comune, per cui le mafie in provincia di Latina, con il loro arsenale di interessi, connivenze, violenze, sono presenti e condizionano il sistema democratico provinciale.
Cemento, rifiuti, agromafie sono i settori sui quali i clan mafiosi e i loro colletti bianchi hanno deciso di investire, facendone oggetto di business malavitoso, spesso agevolati da politiche troppo colpevolmente timide sul fronte della repressione e prevenzione e da dichiarazioni istituzionali pubbliche che negano il fenomeno.
Legambiente provinciale dichiara sin da subito la propria massima disponibilità a sostenere qualunque iniziativa volta a ribadire la cultura della legalità, dell'impegno, della solidarietà che trovano residenza proprio nel villaggio della legalità di borgo Sabotino.
Non ci faremo intimidire e non indietreggeremo in alcun modo dinnanzi alla violenza di pochi vigliacchi. A questa reagiremo come sempre abbiamo fatto, ossia attraverso il coinvolgimento dei cittadini, la partecipazione popolare, l'organizzazione di progetti e la denuncia che sono la risposta più congeniale alla cultura mafiosa.
Auspichiamo che questa sia l'occasione per una riflessione partecipata relativamente all'emergenza criminalità mafiosa in provincia di Latina. È importante che tutti i rappresentanti istituzionali si convincano che le mafie oramai hanno messo radici nel nostro territorio e che agiscono secondo un programma consolidato e organizzato di violenze e intimidazioni, che può essere sconfitte solo costruendo programma alternativo, comune e democratico, capace di mettere al centro legalità, giustizia sociale, ambiente, sviluppo, lavoro.
Coordinatore provinciale Legambiente
Marco Omizzolo
Un'intimidazione che non fermerà la lotta e l'impegno per una cultura della legalità e della solidarietà.
Un'intimidazione gravissima, in pieno stile mafioso, che ha nelle sue intenzioni, l'arresto, con metodi violenti e vigliacchi, del percorso di legalità e impegno comune sul quale da anni Libera, Legambiente, l'Agesci e molte altre associazioni locali sono impegnate. Un impegno difficile, a volte ostacolato dalle stesse istituzioni, ma sostenuto da centinaia di cittadini, consapevoli del livello di penetrazione della cultura mafiose e dei suoi “picciotti” nel sistema economico, politico e amministrativo della provincia di Latina. Un sistema infame che costituisce il vero vincolo allo sviluppo di questo territorio e che correttamente Libera ha chiamato Quinta Mafia.
Un'intimidazione che obbliga tutti, associazioni, cittadini, politici, forze economiche, ad organizzare risposte serie e radicali, a partire da una consapevolezza che deve diventare patrimonio comune, per cui le mafie in provincia di Latina, con il loro arsenale di interessi, connivenze, violenze, sono presenti e condizionano il sistema democratico provinciale.
Cemento, rifiuti, agromafie sono i settori sui quali i clan mafiosi e i loro colletti bianchi hanno deciso di investire, facendone oggetto di business malavitoso, spesso agevolati da politiche troppo colpevolmente timide sul fronte della repressione e prevenzione e da dichiarazioni istituzionali pubbliche che negano il fenomeno.
Legambiente provinciale dichiara sin da subito la propria massima disponibilità a sostenere qualunque iniziativa volta a ribadire la cultura della legalità, dell'impegno, della solidarietà che trovano residenza proprio nel villaggio della legalità di borgo Sabotino.
Non ci faremo intimidire e non indietreggeremo in alcun modo dinnanzi alla violenza di pochi vigliacchi. A questa reagiremo come sempre abbiamo fatto, ossia attraverso il coinvolgimento dei cittadini, la partecipazione popolare, l'organizzazione di progetti e la denuncia che sono la risposta più congeniale alla cultura mafiosa.
Auspichiamo che questa sia l'occasione per una riflessione partecipata relativamente all'emergenza criminalità mafiosa in provincia di Latina. È importante che tutti i rappresentanti istituzionali si convincano che le mafie oramai hanno messo radici nel nostro territorio e che agiscono secondo un programma consolidato e organizzato di violenze e intimidazioni, che può essere sconfitte solo costruendo programma alternativo, comune e democratico, capace di mettere al centro legalità, giustizia sociale, ambiente, sviluppo, lavoro.
Coordinatore provinciale Legambiente
Marco Omizzolo
La provincia di Latina: un caso nazionale
La provincia di Latina: tra quinta mafia, illegalità ambientale e speculazioni.
Un caso nazionale.
Venerdì, 29 luglio ore 11,30
Conferenza stampa
Sala stampa - Camera dei Deputati
Roma, Via della Missione, 4
Nella provincia di Latina crescono in modo preoccupante l'illegalità ambientale, speculazioni e il radicamento delle mafie. i dati del dossier ecomafia di legambiente evidenziano una situazione allarmante che fa della provincia pontina un chiaro caso nazionale.
Nel corso della conferenza stampa si parlera’ di questa emergenza nel dettaglio e si promuoveranno iniziative di contrasto alla criminalità e di rilancio per offrire ai cittadini un’ulteriore possibilita’ di denuncia ed anche collaborazione.
Interverranno:
On. Ermete Realacci - Responsabile green economy del PD
Antonio Nicoletti – Responsabile nazionale Aree Protette di Legambiente
Enrico Fontana – Responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità Legambiente
Lorenzo Parlati – Presidente Legambiente Lazio
Marco Omizzolo – Responsabile provincia di Latina di Legambiente
Modera: Anna Scalfati – Giornalista RAI3
Per partecipare alla conferenza stampa è necessario accreditarsi: 06/67605865-5716[email protected]
Per accedere alla Camera dei Deputati è obbligatorio indossare la giacca
Comunicato stampa "Serata in Piazza"
“Una bella serata”: è questo il commento che più si è sentito dalla bocca di chi ha preso parte alla “Serata in piazza”, svoltasi lo scorso 9 settembre nel centro storico di Monte San Biagio. Tanta gente non si vedeva da tempo nella piazzetta del centro storico e gli organizzatori (gli abitanti della zona e il Circolo Legambiente “Serra Andresone”) non possono che essere soddisfatti per come sono andate le cose e per il modo in cui si sono svolte. Alle 20.30 si è aperta l’esposizione di alcuni giovani artisti locali (Simone Pernarella, Linda ed Eufemia Iannace, Paola e Monica Marcoccia, Rossella Tatti, Pasqualino Pedone) che con molta passione e pochi mezzi hanno esposto le loro opere lungo Corso Vittorio Emanuele. Poi alle 21.00 il Circolo di Legambiente ha accolto Roberto Lessio, membro del Comitato Provinciale per la Difesa dell’Acqua Pubblica ed autore del libro “All’ombra dell’Acqua. Inchiesta sui predoni dell’ultima merce”. Nell’intervista dibattito con l’autore sono stati riassunti i punti fondamentali della battaglia vinta per il referendum sulla ripubblicizzazione dell’acqua e le difficoltà che ancora ne ostacolano il cammino. Alle 22.00 il Bar Centrale ha ospitato un buffet con i cibi preparati dalle infaticabili signore della piazza mentre l’Oipa proponeva l’alternativa di un menu vegan. A seguire la Rino Gerard Band, l’ormai mitica formazione musicale che richiama giovani dall’intera regione, ha tenuto un concerto che per intensità di partecipazione e grinta dei musicisti e della “voice” Gerardo Mastrobattista rimarrà nella storia del paese.
Naturalmente la bella serata non può far dimenticare le difficoltà in cui vive il centro storico e i numerosi problemi che lo attanagliano, in parte legati alla mancanza di una forte volontà amministrativa che lo faccia tornare ad essere un punto di riferimento per il paese. L’iniziativa ha però dimostrato ancora una volta che gli abitanti del centro storico, se vogliono, possono “salvarsi” da soli, perché hanno in sé tutte le potenzialità necessarie.
Monte San Biagio, 11 settembre 2011 per il Circolo Legambiente “Serra Andresone”Monte San Biagio
La presidente
Paola Marcoccia
Naturalmente la bella serata non può far dimenticare le difficoltà in cui vive il centro storico e i numerosi problemi che lo attanagliano, in parte legati alla mancanza di una forte volontà amministrativa che lo faccia tornare ad essere un punto di riferimento per il paese. L’iniziativa ha però dimostrato ancora una volta che gli abitanti del centro storico, se vogliono, possono “salvarsi” da soli, perché hanno in sé tutte le potenzialità necessarie.
Monte San Biagio, 11 settembre 2011 per il Circolo Legambiente “Serra Andresone”Monte San Biagio
La presidente
Paola Marcoccia
Segnalazione condizioni di vita degli animali durante lo spettacolo circense del circo Victor
Segnalazione di discarica abusiva e abbandono di rifiuti
Monte San Biagio, 7 gennaio 2009
Al Commissario Straordinario
del Monumento Naturale del Lago di Fondi
Al Sindaco
All’Assessore all’ Ambiente
Al Comando di Polizia Municipale
del Comune di Monte San Biagio
La scrivente associazione di volontariato Circolo Legambiente “Serra Andresone” Monte San Biagio (LT) espone quanto segue:
In località Via Mare, nel tratto evidenziato nella mappa allegata, presso il Lago di Fondi si è constatata l’esistenza di almeno quattro discariche abusive. In particolare, nell’area suddetta di proprietà pubblica risultano essere conferiti rifiuti costituiti da:
1^ discarica) circa 50 copertoni, circa 10 lastre di eternit, teli di plastica nera per uso agricolo; i rifiuti risultano coperti in parte dalla vegetazione spontanea, si deduce quindi che una parte di essi è sul posto da tempo;
2^ discarica) circa 10 copertoni, 1 frigorifero, teli di plastica nera per uso agricolo;
3^ discarica) rifiuti ingombranti (divani, materassi, sedili di automobili) per circa 5 metri quadrati ;
4^ discarica) circa 10 di copertoni; i rifiuti sono coperti in parte di vegetazione spontanea;
Quanto sopra affinché possano essere svolti i dovuti accertamenti e le altre attività conseguenti anche finalizzate alla bonifica della stessa ed all’adozione di misure preventive efficaci che impediscano la formazione di nuove discariche abusive.
Si resta a disposizione per ulteriore chiarimento.
Per il Circolo Legambiente "Serra Andresone" Monte San Biagio
La Presidente
Paola Marcoccia
COMUNICATO STAMPA
Le associazioni che hanno sostenuto l'istituzione del Parco Naturale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi rispondono al Comitato "Parco Monti Ausoni...no grazie!"
Sono comparse sulla stampa degli ultimi giorni alcuni comunicati ad opera del comitato denominato “Parco Ausoni…no grazie!”, del quale si ignorano i promotori e l’origine. Tali comunicati spiccano sia per il fatto di riportare notizie datate sia per le inesattezze in essi contenuti. I circoli Legambiente di Fondi e Monte San Biagio, i gruppi attivi WWF di Fondi e Terracina, le associazioni “Murales”, La Colomba, Ekoclub e Caponnetto di Fondi e “Città Sostenibile” di Terracina desiderano ricordare che il Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi è stato istituito da una legge (n.21 del 4 dicembre 2008) che ha superato tutti gli ostacoli burocratici e politici frapposti sul suo cammino. Il Parco è frutto di un progetto avviato più di tre anni fa, sostenuto dalle nostre associazioni attraverso iniziative e discussioni pubbliche nonché un dossier pubblicato nel mese di maggio del 2006. L’approvazione della legge istitutiva ha seguito per intero l’iter previsto dalla legge regionale n.29/1997, come ampiamente attestato dalla documentazione disponibile in Regione alla consultazione di tutti i cittadini che volessero farne richiesta. L’istituzione del Parco rappresenta una scelta ben precisa del governo regionale e, piuttosto che perdere tempo a dibattere in inutili ed infruttuose polemiche, invitiamo i rappresentanti del comitato a chiarire la propria identità ed usare meglio le proprie energie, magari nella direzione di una tutela seria del nostro territorio.
22 luglio 2009
Ass. Caponnetto, Legambiente Fondi, Legambiente Monte San Biagio, Ass. “Murales” Fondi, WWF Gruppi Attivi Terracina e Fondi, Ass. La Colomba Fondi, Ekoclub, “Città Sostenibile” Terracina
Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi
COMUNICATO STAMPA
Le associazioni che hanno dato vita al “Comitato per il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi” esprimono soddisfazione per l’istituzione del nuovo Parco regionale e si dichiarano pronte a seguirne i passi dell’evoluzione segnalandone le anomalie di gestione.
Con la consegna della cartografia ufficiale agli uffici competenti dei comuni interessati, le associazioni Caponnetto, Legambiente Fondi, Legambiente Monte San Biagio, “Murales” Fondi, WWF Gruppi Attivi Terracina e Fondi, La Colomba, Ekoclub e Città Sostenibile Terracina, principali animatori del “Comitato per il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi”, costituitosi il 13 aprile 2006, esprimono soddisfazione per la tanto attesa istituzione del Parco Naturale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi avvenuta ad opera del Consiglio Regionale del Lazio il 19 novembre 2008.
Dopo essersi ritrovati per festeggiare l’avvenuta approvazione della legge istituiva del Parco, i rappresentanti delle associazioni vogliono ricordare come la proposta dell’allora assessore regionale Angelo Bonelli, portata avanti con convinzione dall’assessore Filiberto Zaratti, abbia trovato finalmente esito favorevole. Il Parco comprenderà dodicimila ettari nei 9 comuni coinvolti (5 in provincia di Latina: Fondi, Lenola, Monte San Biagio, Sonnino e Terracina; 4 in provincia di Frosinone: Amaseno, Castro dei Vosci, Pastena e Vallecorsa).
I Monti Ausoni rappresentano la dorsale appenninica più vicina alla costa di tutto l’Appennino laziale ed insieme ai Monti Lepini e Aurunci erano già stati individuati nello Schema di Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve del 1993 con in particolare evidenza i siti di Monte delle Fate, la sughereta di Vallemarina, la sughereta e la sorgente di Villa San Vito, la Madonna della Rocca, il Monte Cavilli e la Piana di Ambrifi e, sulla piana verso il mare, il Lago di Fondi e la zona archeologica dell’Appia Antica. E’ importante anche ribadire come il nuovo Parco regionale potrà non solo valorizzare un territorio dall’eccezionale valenza storico, culturale ed ambientale, scommettendo sullo sviluppo sostenibile e durevole e costituendo una straordinaria opportunità per le comunità locali, ma si ponga anche come presidio di legalità capace, ad esempio, di scongiurare il rischio di una lottizzazione di 30 mila metri cubi nella zona del Lago di Fondi.
Oltre ad esprimere il proprio riconoscimento nei confronti di tutti gli attori istituzionali della vicenda e a ricordare come motore dell’approvazione sia stato il ruolo svolto dal Comitato stesso, i rappresentanti delle associazioni si dichiarano pronti a seguire i prossimi passi per arrivare all’insediamento del Consiglio del Parco, del Presidente e del Direttore secondo criteri di trasparenza ispirati a regole di valutazione meritocratiche e di competenza.
7 gennaio 2009
Ass. Caponnetto, Legambiente Fondi, Legambiente Monte San Biagio, Ass. “Murales” Fondi, WWF Gruppi Attivi Terracina e Fondi, Ass. La Colomba Fondi, Ekoclub, “Città Sostenibile” Terracina
Le associazioni che hanno dato vita al “Comitato per il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi” esprimono soddisfazione per l’istituzione del nuovo Parco regionale e si dichiarano pronte a seguirne i passi dell’evoluzione segnalandone le anomalie di gestione.
Con la consegna della cartografia ufficiale agli uffici competenti dei comuni interessati, le associazioni Caponnetto, Legambiente Fondi, Legambiente Monte San Biagio, “Murales” Fondi, WWF Gruppi Attivi Terracina e Fondi, La Colomba, Ekoclub e Città Sostenibile Terracina, principali animatori del “Comitato per il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi”, costituitosi il 13 aprile 2006, esprimono soddisfazione per la tanto attesa istituzione del Parco Naturale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi avvenuta ad opera del Consiglio Regionale del Lazio il 19 novembre 2008.
Dopo essersi ritrovati per festeggiare l’avvenuta approvazione della legge istituiva del Parco, i rappresentanti delle associazioni vogliono ricordare come la proposta dell’allora assessore regionale Angelo Bonelli, portata avanti con convinzione dall’assessore Filiberto Zaratti, abbia trovato finalmente esito favorevole. Il Parco comprenderà dodicimila ettari nei 9 comuni coinvolti (5 in provincia di Latina: Fondi, Lenola, Monte San Biagio, Sonnino e Terracina; 4 in provincia di Frosinone: Amaseno, Castro dei Vosci, Pastena e Vallecorsa).
I Monti Ausoni rappresentano la dorsale appenninica più vicina alla costa di tutto l’Appennino laziale ed insieme ai Monti Lepini e Aurunci erano già stati individuati nello Schema di Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve del 1993 con in particolare evidenza i siti di Monte delle Fate, la sughereta di Vallemarina, la sughereta e la sorgente di Villa San Vito, la Madonna della Rocca, il Monte Cavilli e la Piana di Ambrifi e, sulla piana verso il mare, il Lago di Fondi e la zona archeologica dell’Appia Antica. E’ importante anche ribadire come il nuovo Parco regionale potrà non solo valorizzare un territorio dall’eccezionale valenza storico, culturale ed ambientale, scommettendo sullo sviluppo sostenibile e durevole e costituendo una straordinaria opportunità per le comunità locali, ma si ponga anche come presidio di legalità capace, ad esempio, di scongiurare il rischio di una lottizzazione di 30 mila metri cubi nella zona del Lago di Fondi.
Oltre ad esprimere il proprio riconoscimento nei confronti di tutti gli attori istituzionali della vicenda e a ricordare come motore dell’approvazione sia stato il ruolo svolto dal Comitato stesso, i rappresentanti delle associazioni si dichiarano pronti a seguire i prossimi passi per arrivare all’insediamento del Consiglio del Parco, del Presidente e del Direttore secondo criteri di trasparenza ispirati a regole di valutazione meritocratiche e di competenza.
7 gennaio 2009
Ass. Caponnetto, Legambiente Fondi, Legambiente Monte San Biagio, Ass. “Murales” Fondi, WWF Gruppi Attivi Terracina e Fondi, Ass. La Colomba Fondi, Ekoclub, “Città Sostenibile” Terracina
COMUNICATO STAMPA
Le associazioni che hanno dato vita al Comitato per il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi esprimono soddisfazione per l’istituzione del Parco e si dichiarano pronti a seguirne i passi dell’evoluzione segnalandone le anomalie di gestione
Le associazioni Caponnetto, Legambiente Monte San Biagio, “Murales” Fondi, WWF Gruppi Attivi Terracina e Fondi, La Colomba, Ekoclub e Città Sostenibile Terracina, principali animatori del “Comitato per il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi”, costituitosi il 13 aprile 2006, esprimono soddisfazione per la tanto attesa istituzione del Parco Regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi avvenuta ad opera del Consiglio Regionale del Lazio il 19 novembre 2008.
Dopo essersi ritrovati per festeggiare l’avvenuta approvazione della legge istituiva del Parco, i rappresentanti delle associazioni hanno voluto ricordare come la proposta dell’allora assessore regionale Angelo Bonelli, portata avanti con convinzione dall’assessore Filiberto Zaratti, abbia trovato finalmente esito favorevole. Il parco comprenderà dodicimila ettari nei 9 comuni coinvolti (5 pontini: Terracina, Monte San Biagio, Sonnino, Fondi e Lenola; 4 ciociari: Pastena, Amaseno, Vallecorsa e Castro dei Vosci). I Monti Ausoni rappresentano la dorsale appenninica più vicina alla costa di tutto l’Appennino laziale ed insieme ai Monti Lepini e Aurunci erano già stati individuati nello Schema di Piano regionale dei parchi e delle riserve del ’93 con in particolare evidenza i siti di Monte delle Fate (punto di massima elevazione dei Monti Ausoni con i suoi 1090 metri), la sughereta di Vallemarina e la sughereta e sorgente di Villa San Vito, la Madonna della Rocca, il Monte Cavilli e la Piana di Ambrifi e, sulla piana verso il mare, il Lago di Fondi e la zona archeologica dell’Appia Antica. E’ importante anche ribadire come il Parco abbia non solo valorizzato un’area protetta dall’eccezionale valenza storico-culturale e ambientale, scommettendo sullo sviluppo sostenibile e durevole e costituendo una straordinaria opportunità per le comunità locali che potranno avere nuove occasioni per crescere e investire sull'ambiente con il sostegno di fondi regionali, nazionali e comunitari, ma si ponga anche come presidio di legalità capace di scongiurare il rischio di una lottizzazione di 30 mila metri cubi nella zona del Lago di Fondi.
Oltre ad esprimere il proprio riconoscimento nei confronti di tutti gli attori istituzionali della vicenda e a ricordare come motore dell’approvazione sia stato il ruolo giocato dal Comitato nel confronto con i cacciatori, i rappresentanti delle associazioni si dichiarano pronti a seguire i prossimi passi per arrivare all’insediamento del Consiglio del Parco, del Presidente e del Direttore secondo criteri di trasparenza ispirati a regole di valutazione meritocratiche e di competenza. A tale ragione, intendono sottoporre nelle prossime settimane all’attenzione del mondo politico e dei cittadini la proposta di unificazione dei tre parchi del sud pontino (Aurunci, Riviera di Ulisse e Ausoni) sotto un’unica realtà di gestione, in modo da evitare sprechi di risorse e concentrare uomini e capacità verso la tutela integrata e globale dell’intero comprensorio.
9 dicembre 2008
Ass. Caponnetto, Legambiente Monte San Biagio, “Murales” Fondi, WWF Gruppi Attivi Terracina e Fondi, Ass. La Colomba, Ekoclub, Città Sostenibile Terracina
Le associazioni che hanno dato vita al Comitato per il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi esprimono soddisfazione per l’istituzione del Parco e si dichiarano pronti a seguirne i passi dell’evoluzione segnalandone le anomalie di gestione
Le associazioni Caponnetto, Legambiente Monte San Biagio, “Murales” Fondi, WWF Gruppi Attivi Terracina e Fondi, La Colomba, Ekoclub e Città Sostenibile Terracina, principali animatori del “Comitato per il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi”, costituitosi il 13 aprile 2006, esprimono soddisfazione per la tanto attesa istituzione del Parco Regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi avvenuta ad opera del Consiglio Regionale del Lazio il 19 novembre 2008.
Dopo essersi ritrovati per festeggiare l’avvenuta approvazione della legge istituiva del Parco, i rappresentanti delle associazioni hanno voluto ricordare come la proposta dell’allora assessore regionale Angelo Bonelli, portata avanti con convinzione dall’assessore Filiberto Zaratti, abbia trovato finalmente esito favorevole. Il parco comprenderà dodicimila ettari nei 9 comuni coinvolti (5 pontini: Terracina, Monte San Biagio, Sonnino, Fondi e Lenola; 4 ciociari: Pastena, Amaseno, Vallecorsa e Castro dei Vosci). I Monti Ausoni rappresentano la dorsale appenninica più vicina alla costa di tutto l’Appennino laziale ed insieme ai Monti Lepini e Aurunci erano già stati individuati nello Schema di Piano regionale dei parchi e delle riserve del ’93 con in particolare evidenza i siti di Monte delle Fate (punto di massima elevazione dei Monti Ausoni con i suoi 1090 metri), la sughereta di Vallemarina e la sughereta e sorgente di Villa San Vito, la Madonna della Rocca, il Monte Cavilli e la Piana di Ambrifi e, sulla piana verso il mare, il Lago di Fondi e la zona archeologica dell’Appia Antica. E’ importante anche ribadire come il Parco abbia non solo valorizzato un’area protetta dall’eccezionale valenza storico-culturale e ambientale, scommettendo sullo sviluppo sostenibile e durevole e costituendo una straordinaria opportunità per le comunità locali che potranno avere nuove occasioni per crescere e investire sull'ambiente con il sostegno di fondi regionali, nazionali e comunitari, ma si ponga anche come presidio di legalità capace di scongiurare il rischio di una lottizzazione di 30 mila metri cubi nella zona del Lago di Fondi.
Oltre ad esprimere il proprio riconoscimento nei confronti di tutti gli attori istituzionali della vicenda e a ricordare come motore dell’approvazione sia stato il ruolo giocato dal Comitato nel confronto con i cacciatori, i rappresentanti delle associazioni si dichiarano pronti a seguire i prossimi passi per arrivare all’insediamento del Consiglio del Parco, del Presidente e del Direttore secondo criteri di trasparenza ispirati a regole di valutazione meritocratiche e di competenza. A tale ragione, intendono sottoporre nelle prossime settimane all’attenzione del mondo politico e dei cittadini la proposta di unificazione dei tre parchi del sud pontino (Aurunci, Riviera di Ulisse e Ausoni) sotto un’unica realtà di gestione, in modo da evitare sprechi di risorse e concentrare uomini e capacità verso la tutela integrata e globale dell’intero comprensorio.
9 dicembre 2008
Ass. Caponnetto, Legambiente Monte San Biagio, “Murales” Fondi, WWF Gruppi Attivi Terracina e Fondi, Ass. La Colomba, Ekoclub, Città Sostenibile Terracina
COMUNICATO STAMPA
Le associazioni favorevoli al Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi chiedono al Presidente Marrazzo e al Commissario Mazzarrino di imprimere una svolta all’iter dell’approvazione: è tempo ed è giusto che la nuova area protetta venga istituita.
Le associazioni Caponnetto, Legambiente Monte San Biagio, “Murales” Fondi, WWF Gruppi Attivi Terracina e Fondi, La Colomba, Ekoclub e Città Sostenibile Terracina, principali animatori del “Comitato per il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi”, costituitosi il 13 aprile 2006, attendono di conoscere nel dettaglio il programma di gestione del neo Commissario Straordinario del “Monumento Naturale Lago di Fondi”, Onorato Mazzarrino, in occasione della conferenza stampa di sabato 5 luglio p.v..
Esprimendo apprezzamento per il superamento della reggenza del Monumento da parte dell’Agenzia Regionale Parchi con la scelta del Presidente Marrazzo, che con realismo ha affidato la gestione della delicata fase di passaggio ad una persona di sicura esperienza, le suddette associazioni desiderano tuttavia richiamare l’attenzione sulla necessità di perseguire nell’iter legislativo dell’approvazione della legge istitutiva del Parco, attualmente in discussione presso il Consiglio Regionale.
Tale obiettivo, per cui c’è sempre stato l’impegno del Comitato e delle succitate associazioni (che lavorano insieme da più di due anni), resta il vero traguardo da raggiungere e cui pervenire, nonostante alcuni tentennamenti e tentativi di insabbiamento verificatisi a livello politico locale e regionale e già più volte segnalati. L’ultimo episodio in tal senso è l’ennesima critica all’assenza di concertazione che, a detta di alcuni, avrebbe caratterizzato la vicenda Parco Ausoni. Nei giorni scorsi l’Assessore all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli Filiberto Zaratti è stato costretto a ribadire che è del tutto strumentale appellarsi alla presunta scarsa concertazione per nascondere altri fini.
Le associazioni desiderano anche ricordare come molti di coloro che oggi si dichiarano favorevoli al Parco e tentano di condizionare l’attività di gestione del Commissario fossero, fino a pochi mesi fa, o del tutto ostili ad ogni proposta di tutela delle risorse ambientali di questo territorio oppure agissero nell’ombra alla ricerca di strade privilegiate di dialogo.
E’ importante ribadire, perciò, il ruolo chiave di quelle associazioni, di Fondi, Monte San Biagio e Terracina, che hanno fattivamente contribuito alla diffusione delle idee del Comitato pro Parco, pagandone in prima persona tutte le conseguenze. Riteniamo che esse vadano tenute nella dovuta considerazione sia da parte del Presidente Marrazzo sia del Commissario Mazzarrino e meritino di essere consultate e chiamate in causa nelle decisioni importanti di tutela ambientale sostenibile relative al Lago, alle sue zone limitrofe e ai Monti Ausoni, proprio per evitare inutili dispute una volta causato il danno con decisioni inappropriate.
Fondi, lì 4 luglio 2008
Ass. Caponnetto, Legambiente Monte San Biagio, “Murales” Fondi, WWF Gruppi Attivi Terracina e Fondi, Ass. La Colomba, Ekoclub, Città Sostenibile Terracina
Normal 0 14
COMUNICATO STAMPA
IL COMITATO ESPRIME SODDISFAZIONE PER L'APPROVAZIONE IN COMMISSIONE AMBIENTE REGIONALE DEL PERIMETRO DEL PARCO DEI MONTI AUSONI E DEL LAGO DI FONDI
Il Comitato per il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi esprime soddisfazione per la votazione, avvenuta nella V Commissione Consiliare Ambiente della Regione Lazio il 18 settembre scorso, con la quale è stato approvato il nuovo perimetro del Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi. Accogliendo le richieste di modifica concertate alla fine del 2006 tra i rappresentanti del Comitato ed alcune associazioni venatorie dei comuni interessati (FIDC ed Anuu Migratoristi per Fondi; FIDC, Arcicaccia e Italcaccia per Monte San Biagio), l'Amministrazione guidata dal Presidente Marrazzo ha dimostrato con i fatti di privilegiare la strada del confronto e delle soluzioni condivise rispetto a quella degli insulti e dei ricorsi, perseguita con ostinazione dall'Amministrazione Provinciale di Latina e da quei comuni che si riconoscono nella sua visione politica. L’esito delle vicenda sta dando ragione agli ambientalisti e cacciatori che hanno avuto il coraggio di esporsi in prima persona, consapevoli dell’importanza di una soluzione il più possibile accettata da tutti, ed ha definitivamente mostrato la pretestuosità della posizione assunta da alcune amministrazioni, in primo luogo a Fondi e Monte San Biagio.
L'approvazione all'unanimità in Commissione del perimetro concordato è un esplicito riconoscimento alla serietà e all'impegno mostrati sia dal mondo ambientalista riunito nel Comitato sia da quello venatorio, entrambi sottoposti a violente contestazioni nonché minacce da parte degli oppositori più accaniti. In un territorio come quello della Piana di Fondi e Monte San Biagio, soggetto a continui attacchi ed appettiti speculativi da parte di gruppi di potere politico-economici, il Parco costituisce l'unico baluardo in grado di opporsi alla fame di denaro sotto forma di colate di cemento e di sfruttamento sregolato. Solo con il Parco il nostro territorio potrà sperare di recuperare le proprie radici ed acquistare nuovo slancio per il futuro.
Ora il Comitato attende l’atto finale, degna conclusione di una vicenda che vede impegnati, ormai da più di un anno e mezzo, cittadini e associazioni: la votazione in Consiglio Regionale per la definitiva commutazione del PdL 148 del 22/03/2006 in legge regionale di istituzione del Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi.
01.10.2007
COMUNICATO STAMPA
IL COMITATO ESPRIME SODDISFAZIONE PER L'APPROVAZIONE IN COMMISSIONE AMBIENTE REGIONALE DEL PERIMETRO DEL PARCO DEI MONTI AUSONI E DEL LAGO DI FONDI
Il Comitato per il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi esprime soddisfazione per la votazione, avvenuta nella V Commissione Consiliare Ambiente della Regione Lazio il 18 settembre scorso, con la quale è stato approvato il nuovo perimetro del Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi. Accogliendo le richieste di modifica concertate alla fine del 2006 tra i rappresentanti del Comitato ed alcune associazioni venatorie dei comuni interessati (FIDC ed Anuu Migratoristi per Fondi; FIDC, Arcicaccia e Italcaccia per Monte San Biagio), l'Amministrazione guidata dal Presidente Marrazzo ha dimostrato con i fatti di privilegiare la strada del confronto e delle soluzioni condivise rispetto a quella degli insulti e dei ricorsi, perseguita con ostinazione dall'Amministrazione Provinciale di Latina e da quei comuni che si riconoscono nella sua visione politica. L’esito delle vicenda sta dando ragione agli ambientalisti e cacciatori che hanno avuto il coraggio di esporsi in prima persona, consapevoli dell’importanza di una soluzione il più possibile accettata da tutti, ed ha definitivamente mostrato la pretestuosità della posizione assunta da alcune amministrazioni, in primo luogo a Fondi e Monte San Biagio.
L'approvazione all'unanimità in Commissione del perimetro concordato è un esplicito riconoscimento alla serietà e all'impegno mostrati sia dal mondo ambientalista riunito nel Comitato sia da quello venatorio, entrambi sottoposti a violente contestazioni nonché minacce da parte degli oppositori più accaniti. In un territorio come quello della Piana di Fondi e Monte San Biagio, soggetto a continui attacchi ed appettiti speculativi da parte di gruppi di potere politico-economici, il Parco costituisce l'unico baluardo in grado di opporsi alla fame di denaro sotto forma di colate di cemento e di sfruttamento sregolato. Solo con il Parco il nostro territorio potrà sperare di recuperare le proprie radici ed acquistare nuovo slancio per il futuro.
Ora il Comitato attende l’atto finale, degna conclusione di una vicenda che vede impegnati, ormai da più di un anno e mezzo, cittadini e associazioni: la votazione in Consiglio Regionale per la definitiva commutazione del PdL 148 del 22/03/2006 in legge regionale di istituzione del Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi.
01.10.2007